B&B e pensioni a Scilla

Se ami passeggiare per i quartieri storici delle città, a Scilla tutti i B&B e le pensioni si trovano vicino al centro, in posizione ideale per godere tranquillamente di tutte le meraviglie che questa perla della Calabria ti offre. Poiché molte strutture dispongono anche di parcheggio gratuito, potrai lasciare comodamente l’auto e fare delle bellissime passeggiate lungo le vie della città, alla scoperta dei moltissimi monumenti.

Fortunatamente, tutti i B&B e le pensioni a Scilla si trovano anche nelle immediate vicinanze o comunque a breve distanza dalla stupenda spiaggia, il che ti permette di dividere la tua vacanza fra visite ai monumenti storici e rilassanti giornate dedicate alla tintarella. Moltissimi B&B e pensioni, poi, offrono un balcone o un terrazzo che ti consentono di ammirare il mare senza uscire di casa.

Volgendo lo sguardo all'orizzonte, magari dall'alto dell'imponente scoglio che ospita il maestoso castello dei Ruffo, potrai farti travolgere dal paesaggio suggestivo che ricorda tempi lontanissimi e la cui narrazione si intreccia, inesorabilmente, con la storia e il mito. Improvvisamente, lo sterminato specchio d'acqua che separa la costa calabrese da quella siciliana racconta le gesta di Ulisse e dei suoi uomini, lungo la rotta verso Itaca, alle prese con la furia di Scilla, l'infernale mostro marino antropofago capace di afferrare e divorare sei uomini in una volta sola, e con la forza dirompente di Cariddi, un gigantesco gorgo capace di inghiottire qualsiasi cosa.

In questo affascinante scenario c'è anche spazio per la rievocazione delle intense rotte commerciali, o delle incursioni piratesche che hanno afflitto queste acque fin dal V secolo a.C., a partire dai Tirreni, abili marinai, e poi dai Greci e dai Romani, fino al ritmo elegante delle spade intente a perpetuare il rito della caccia al pesce spada.

Situata in fondo a un'insenatura circondata da verdi colline che si tuffano a picco nelle acque blu del Mar Tirreno, Bagnara Calabra era anticamente coperta dalle acque dello stretto di Messina. Alcune ipotesi storiche definiscono Bagnara, e la vicina Palmi, il centro dell'antico Portus Orestis, dove i Fenici gestivano i loro commerci marittimi già nel VII secolo a.C. Tuttavia, documenti certi che parlano dell'esistenza del villaggio esistono solo dal 1085, quando il conte Ruggero D'Altavilla ordinò la costruzione dell'abbazia Nullius di Santa Maria V.G. e dei XII apostoli. Da quel momento in poi, la città subì varie vicende politiche, e fu distrutta più volte dai terremoti (in particolare nel 1783 e nel 1908), ma sempre ricostruita sullo stesso sito. Oggi Bagnara è una delle località più frequentate della provincia tirrenica di Reggio, famosa per la sua vitalità e la sua cucina in cui il pesce spada è il re indiscusso.

Fiumara, piccolo borgo nato in seguito all'arrivo di comunità che cercavano riparo dalle continue incursioni e saccheggi da parte dei pirati saraceni, nella zona occupata oggi da Villa San Giovanni verso l'interno, fu fondata tra il IX e il X secolo. Dopo aver mantenuto per un certo periodo la denominazione di Cenisio, in ricordo dell'antica Cene da cui provenivano i primi abitanti, verso il 1200 il paese adottò il nome di Fiumara della Mura come insediamento dotato di fortificazioni. Nel corso dei secoli, segnati da numerose invasioni e da frequenti eventi sismici, Fiumara è stata dominata dai Ruffo, dai Sanseverino, dal conte di Terranova e, dal 1474, da Bertoldo Carafa. Fino agli ultimi decenni del 1700, il paese conobbe una costante crescita sociale e culturale, che ne fece una delle comunità più grandi e sviluppate del reggiano, acquisendo anche il titolo di Università. Presidio territoriale di spicco dell'amministrazione in epoca feudale e dell'autorità ecclesiastica, Fiumara divenne anche un vivace centro produttivo, commerciale e agricolo.

Il nome Sinopoli è di etimologia incerta: in greco significa "città degli stranieri", ma non si sa se sia stata la popolazione greca delle zone limitrofe a dare questo nome alla città, il che significherebbe che era abitata da gente non greca. Nel 1058, Ruggero il Normanno occupò Reggio Calabria e conquistò molte fortezze dell'Aspromonte, tra cui il castello di Sinopoli. Roberto il Guiscardo diede il feudo di Sinopoli in dote a Flandria, figlia secondogenita del conte Ruggero e sposa di Enrico, figlio del marchese Manfredi. Sotto gli Angioini, la Calabria fu divisa in due regioni, Citeriore e Ulteriore (con Sinopoli inclusa nella seconda). Morto Federico e poi Corrado, Manfredi salì al trono, con Pietro Ruffo come viceré. Questa è la prima svolta che vede Sinopoli passare sotto il potere della famiglia Ruffo, che controlla questo feudo per oltre tre secoli, nonostante le varie dominazioni straniere che si avvicendano al governo della regione. Nel 1535, il conte Paolo Ruffo omaggiò e ospitò Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Spagna, di ritorno dalla conquista di Tunisi. Nel 1806, quando furono approvate le leggi che abolirono il sistema feudale e tutti i diritti che ne derivavano, Sinopoli fu inclusa nel comune di Sant'Eufemia (1807), e qualche tempo dopo divenne un comune, con una propria amministrazione indipendente.

Villa San Giovanni, la mitica porta della Calabria, è così chiamata per la sua posizione, che da sempre la colloca al centro dei traffici del Mediterraneo e in prima linea sullo stretto di Messina. La città sorge in un punto della costa calabrese vicinissimo a quella siciliana, tanto da essere teatro di continue traversate sportive, con atleti in grado di sfidare le correnti e le acque cristalline della zona. Città della Costa Viola, Villa San Giovanni vede l'incontro tra lo Ionio e il Tirreno nel tratto compreso tra la bella punta e il borgo marinaro di Cannitello, ed è tuttora sede del porto da cui passa il traffico - soprattutto turistico - da e per la Sicilia. Il paese è collegato alla città di Messina da un flusso continuo di traghetti e navi veloci (aliscafi); da questo importante nodo ferroviario passano anche tutti i treni diretti in Sicilia o nel Nord Italia. Il comune di Villa San Giovanni è diviso in quattro quartieri: Acciarello, Cannitello, Pezzo e Piale. La città, di origini arcaiche risalenti a ben prima della colonizzazione dei Greci, è stata ricostruita più volte in seguito ai disastrosi terremoti che hanno devastato la zona nel corso della storia, ma nonostante l'assetto moderno, tra le stradine dei borghi marinari di Cannitello e della punta potrai avvertire gli echi del tempo e di un passato ricco di conquiste, viaggiatori e avventure.

Roccaforte è un comune dell'area ellenofona, situato nel Parco Nazionale dell'Aspromonte a 971 s.l.m., che oggi conta poco più di 500 abitanti. Come indica il nome, è un paese arroccato su un monte che domina le pendici meridionali dell'Aspromonte. Negli anni '60 e '70 è stato oggetto di ricerche da parte di glottologi di tutto il mondo; in particolare, lo studioso Giuseppe Falcone ha documentato un lessico, una raccolta di detti greci di Roccaforte e una traduzione delle Favole di Esopo, tutti nel dialetto locale. Le sue origini sono antiche ma incerte; gli studiosi hanno sempre preso in considerazione sia l'ipotesi bizantina che quella magno-greca. Quello che è certo è che la popolazione conservò tradizioni e lingua greche. Il declino della lingua greca calabrese inizia con l'unità d'Italia e, dopo le due guerre mondiali che hanno decimato la popolazione maschile, la sua diffusione si è ridotta a tal punto da essere ormai limitata a un numero esiguo di abitanti. Le prime fonti storiche attestate, che risalgono al IX secolo, indicano che il territorio di Roccaforte cade sotto il dominio di Bova.

Chianalea di Scilla, uno dei "Borghi più belli d'Italia", trae il suo nome da "Piano di Galea" (antica barca dedita alla pesca del pesce spada), ma è anche chiamata "Canalea" o "Piccola Venezia", per via delle case dei pescatori adagiate direttamente sull'acqua, separate da stretti canali e insenature. Tra le stradine di questo delizioso borgo potrai scoprire antiche fontane, come la "Fontana Ruffo" del XVI secolo che riporta lo stemma della nobile famiglia, la "Fontana dei tre canali", abbellita con maschere e decorazioni e risalente al 1610, e la fontana "Il Canalello" (o "San Clemente"). Tra gli edifici storici più importanti non devi perderti le chiese di Santa Maria di Porto Salvo e di San Giuseppe; Palazzo Zagari, edificio eclettico del 1933; la novecentesca Villa Zagari, oggi monumento nazionale dedicato a Giuseppe Zagari (medico e scienziato, 1863-1946).

Questo paesino dal nome così curioso è situato su una scogliera del Monte Calvario e ha una forma caratteristica che assomiglia a una mano con le sue cinque dita, da cui il nome greco 'Penta Daktylos'. È una piccola città, tra i monti dell'Aspromonte, legata alla leggenda dei fantasmi e alle storie di amori traditi, dove il tempo sembra essersi fermato; rimane uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi dell'Area Grecanica. La città, un tempo abbandonata dai suoi abitanti a causa delle migrazioni e delle continue catastrofi naturali, è stata per lungo tempo conosciuta come la più spettacolare città fantasma della costa calabrese. Nel 1847 il viaggiatore Edward Lear, nel suo "Diario di un viaggio a piedi in Calabria", scritto durante il suo viaggio calabrese, definì Pentedattilo il più strano insediamento umano per il suo eccentrico splendore,. Oggi, invece, le costruzioni in pietra e decorate con fichi bruciati dal sole, sono diventate alloggi turistici.