Divieto di affitti turistici a Barcellona: conseguenze per gli host
L'annuncio di Jaume Collboni, sindaco di Barcellona, di eliminare le licenze per 10.000 appartamenti turistici entro il 2028 trasformerà il panorama degli affitti turistici nella capitale catalana.
- Barcellona eliminerà 10.000 appartamenti turistici entro il 2028.
- La misura mira a fermare la gentrificazione e recuperare i quartieri.
- Gli host potranno continuare a operare fino alla scadenza delle loro licenze.
- Le critiche riguardano gli effetti economici e l’aumento degli affitti irregolari.
- I proprietari potrebbero optare per affitti a lungo termine o trasferirsi in altre città.
Dicembre 2024
Barcellona si impone come una delle mete turistiche più frequentate di tutta Europa. Il clima piacevole, la presenza di una vita notturna molto attiva, oltre alle tante attrazioni da visitare, come la Rambla, le opere di Gaudì e le bellissime spiagge, spingono sempre più persone a organizzare una vacanze nella splendida città spagnola. Visto l’elevato flusso di ospiti e l’elevata disponibilità di alloggi adibiti a case vacanze, negli ultimi anni Barcellona è al centro di una particolare manovra da parte delle istituzioni locali, che mira a ridurre drasticamente, fino ad eliminare completamente, case vacanze e appartamenti destinati agli affitti brevi. Vediamo allora cosa succede agli affitti a Barcellona e quali sono le conseguenze per i gestori delle strutture ricettive e per le agenzie di annunci.
Quando scatta il divieto a Barcellona?
Jaume Collboni, l’attuale sindaco di Barcellona, ha annunciato a giugno del 2024 che verranno vietati tutti gli affitti turistici nella città catalana entro il novembre del 2028. L’impatto generato sarà molto potente e coinvolgerà in modo graduale gli oltre 10.000 affitti a breve termine che attualmente sono presenti in città. Già negli anni scorsi erano state introdotte delle norme per gestire meglio l’eccessiva presenza di affitti turistici, anche non regolamentari, richiedendo agli host di presentare una documentazione specifica per ottenere la licenza, necessaria per annunciare la propria casa vacanze. La licenza è ora obbligatoria per operare sui vari siti web di affitto per vacanze che hanno fatto diventare internet la soluzione più utilizzata dai turisti per affittare un appartamento per le vacanze con semplicità. Da adesso in poi non verranno più rilasciate nuove licenze per gli affitti a Barcellona, per cui sarà impossibile per nuovi potenziali host entrare nel settore.
Affitto vacanze: l’ospite a Barcellona non è più gradito?
Non è bene parlare di una guerra al turista, al contrario i motivi che hanno spinto le istituzioni della capitale della Catalogna a introdurre il divieto di affitti per vacanze a Barcellona sono diversi e molto seri:
- Scarsa disponibilità di alloggi per gli affitti a lungo termine: il fenomeno degli affitti brevi ha ridotto in modo sostanziale le disponibilità di alloggi per gli affitti residenziali. Ciò è accaduto poiché coloro che possiedono un appartamento da affittare ritengono più vantaggioso trasformarlo in una casa vacanze, sia in termini di guadagni economici, sia per quanto concerne alcuni problemi, come ad esempio quelli legati al mancato pagamento da parte degli affittuari o alle difficoltà di procedere con uno sfratto
- Aumento di prezzo degli affitti residenziali: essendo diventata minore la disponibilità di appartamenti a fini residenziali, i prezzi sono saliti alle stelle. Molte persone residenti a Barcellona hanno dovuto spostarsi nei paesi limitrofi a causa dell’insostenibilità degli affitti, un vero e proprio lusso per chi guadagna cifre medie. Gli aumenti hanno colpito in prevalenza le zone centrali della città, ma anche i quartieri periferici hanno subito un notevole incremento dei prezzi
- Minor sostegno alle attività commerciali: proprio per via del calo dei residenti, diverse attività commerciali hanno risentito in modo negativo di questa tendenza. Alcune tipologie di negozi, come quelli di abbigliamento e di elettronica, hanno lamentato un forte calo dei fatturati, inserendo tra i motivi principali la scarsa appetibilità dei propri prodotti per un’utenza che si ferma in città solo per qualche giorno
- Caos fuori controllo: l’incremento dei turisti, specie quelli concentrati nelle zone nevralgiche della città, ha abbassato la qualità media della vita dei residenti. Le nuove leggi, quindi, hanno anche lo scopo di restituire ai residenti una maggiore tranquillità, mirando a raggiungere un equilibrio fra il turismo e la normale vita quotidiana.
Come si spiega il successo delle case vacanze?
Il fenomeno fuori controllo degli affitti brevi a Barcellona è dovuto sostanzialmente alla facilità e convenienza con cui gli ospiti possono prenotare via internet attraverso un portale di affitto per vacanze, come i noti Booking.com, Holidu e Airbnb. Effettuare la prenotazione è semplicissimo: basta scegliere la zona in cui soggiornare, impostare un budget e selezionare la propria sistemazione preferita consultando tra centinaia di opzioni. Rispetto alle classiche strutture ricettive, le case vacanze sono diventate più gettonate in quanto riservano una maggiore libertà e costano meno, specie quando si viaggia in gruppi numerosi.
Le conseguenze per gli host
Il grande successo delle case vacanze ha portato diversi investitori ad acquistare degli appartamenti da sfruttare con il sistema degli affitti brevi. Se fino ad oggi questo tipo di investimento si è rivelato piuttosto proficuo, allo scattare definitivo del divieto, sia coloro che hanno recentemente acquistato una struttura, sia i proprietari che hanno trasformato il proprio appartamento in un casa vacanze, dovranno adeguarsi alla situazione. Chi vuole proseguire affittando uno o più appartamenti, infatti, dovrà procedere con i normali contratti a lungo termine, ottenendo molto probabilmente degli incassi inferiori e rischiando di mantenere sfitta la casa.
Divieto affitti: Barcellona penalizza anche le OTA
I maggiori portali di affitto per vacanze sul mercato sono già stati obbligati a rimuovere migliaia e migliaia di strutture dalla propria offerta. Ciò ha comportato una grossa perdita economica per le OTA, che ricavano una commissione per ogni prenotazione ricevuta.
I pro e i contro
Il divieto di affitti per vacanze a Barcellona è stato accolto in modo positivo dalle tradizionali strutture ricettive della città, come gli alberghi, gli ostelli e le pensioni, che avranno una minore concorrenza una volta eliminati tutti gli annunci di appartamenti sui principali siti web di affitto per vacanze. Un aspetto positivo per chi cerca una casa in affitto a lungo termine sarà quello relativo ai prezzi degli appartamenti, che si auspica subiranno un importante calo una volta terminato il processo di rimozione delle case vacanze, che si completerà nel novembre del 2028. Di contro, Barcellona potrebbe riscontrare una diminuzione dei turisti, spesso spinti a concedersi una vacanza proprio per i convenienti prezzi degli affitti brevi. L’impatto sull’economia e l’occupazione si farà sentire considerando che il settore turistico in città genera quasi 10 miliardi di euro l’anno e più di 100.000 posti di lavoro.
Anche in Italia verranno prese delle misure simili?
Il divieto affitti a Barcellona potrebbe essere presto preso come modello di riferimento da altre capitali europee. In Italia sono entrate in vigore nel 2024 delle nuove normative per regolamentare il settore degli affitti brevi, che hanno lo scopo di creare una banca dati nazionale comprendente tutte le strutture accreditate e di migliorare gli standard qualitativi e di sicurezza delle case vacanze. Nel territorio italiano, quindi, non è al momento previsto alcun limite per quanto concerne gli affitti brevi, che continuano a dimostrarsi un’eccellente opportunità per ospitare turisti provenienti sia dall’Italia sia dall’estero: ciò non può che fare del bene all’economia del Paese, creando nuovi posti di lavoro e generando un forte sostegno per le attività locali.